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Immaginario musicale italiano: intervista a Vincenzo Donnamaria

Un po’ come Paolo Conte, Vincenzo Donnamaria è un avvocato di professione che si è dedicato alla musica: fin da giovane appassionato di musica, ha esordito nella scena musicale nel 2013, producendo l’album There’s a man -suonato e cantato da altri artisti-. Il suo primo album da solista arriva nel 2018 con Angoli della mente, realizzato assieme a Primiano di Biase e Simone “Federicuccio” Talone.

Un percorso artistico e musicale a cui si aggiunge un nuovo tassello: Tu chiamale se vuoi citazioni, il suo nuovo album distribuito con LaTuaMusica/Areasonica Records in uscita il 25 febbraio. Realizzato assieme ai “soliti” Di Biase e Talone, e con altri importanti musicisti (Phil Palmer, Alessandro Valle, Alessandro Tomei, Mario Caporilli, Fabrizio Guarino, Guerinio Rondolone, Irene Cedroni), Tu chiamale se vuoi citazioni è un percorso nell’immaginario cantautoriale italiano -ma anche internazionale- che ha tanto ispirato Donnamaria.

Abbiamo chiesto a Vincenzo Donnamaria (nella foto) di parlarci del suo nuovo album e del suo percorso di avvocato-cantautore.

Benvenuto Vincenzo Donnamaria! Cominciamo subito dal Suo ultimo album, Tu chiamale se vuoi citazioni. L’album raccoglie brani inediti e successi come La Rumba del rombo e Lella 50, frutto della collaborazione con Simone Talone e Primiano di Biase (che i lettori di LaTuaMusica conoscono bene per il suo apporto a Rien À Faire di Silvia Frangipane). Come nasce questo album?

Avevo numerosi brani in cantiere – alcuni veramente scritti quando ero un ragazzo – e altri composti negli ultimi due anni. Come spesso accade mi sono recato negli studi di Grottaferrata dai miei amici Primiano e Simone e abbiamo cominciato a lavorarci su. Devo dire che sin dall’inizio l’idea è stata quella di offrire un prodotto un po’  più live rispetto al precedente. E soprattutto molto vario. E qui Primiano e Simone si sono sbizzarriti con gli arrangiamenti.

Tu chiamale se vuoi citazioni richiama un immaginario musicale preciso. L’album, come suggerisce anche il titolo, omaggia, cita e prende ispirazione da alcuni dei più grandi cantautori italiani. Quali sono le Sue ispirazioni principali per questo album in particolare, e per la Sua musica in generale?

Tanto per restare in tema cito Francesco Guccini e inquadro le mie ispirazioni musicali “tra il folk studio e la west coast”. Credo si capisca che ho ascoltato migliaia e migliaia di ore di canzoni autorali italiane. Ma anche americane. Nell’incipit ho identificato le principali citazioni (anche se ho omesso di ricordare un riff di Stephen Stills). Per il resto in cima a tutti Francesco De Gregori, ma anche Fabrizio De Andrè, Francesco Guccini, Rino Gaetano, Lucio Dalla, Lucio Battisti, Luciano Ligabue, Vasco Rossi. E dalla altra parte dell’oceano mi limito a citare Neil Young, con Stills Nash e Crosby, James Taylor e Simon & Garfunkel. E come dimenticare Beatles e Rolling Stones ?

Facciamo un passo indietro: avvocato di professione che si è dedicato alla musica, il Suo primo album solista Angoli della mente risale al 2018. Come vede il suo percorso artistico fino a questo momento? E cosa le piacerebbe realizzare ancora?

Sono molto soddisfatto di quello che sono riuscito a fare in questi quattro anni. Purtroppo la mia professione (principale mi verrebbe da dire) non mi consente di dedicare alla musica tutto il tempo che vorrei. Ciononostante penso che i prodotti siano buoni e in crescita. Mi piacerebbe realizzare due album. Uno con canzoni di denuncia e un altro in lingua inglese. Forse in quest’ultimo caso mi dovrei fare aiutare da un cantante madre lingua. Vedremo. E poi mi piacerebbe richiamare l’interesse di qualche grande interprete italiano su alcuni miei brani. Che ne so se a Fiorella Mannoia saltasse in mente l’idea di interpretare un mio brano potrei toccare il cielo con un dito.

Parliamo de Il mandrillo, canzone de Tu chiamale se vuoi citazioni, attualmente in promozione musicale radiofonica LTM: una favola amara dalle implicazioni sociali sempre attuali. Ce ne parli un po’.

L’episodio è vero e risale a molti anni fa. Leggendo appunto la cronaca di Roma rimasi colpito da questo “strano” fatto di sangue tra primati. Ovviamente ancora oggi non so perché a quel mandrillo sia venuto in mente di ammazzare la compagna di gabbia. Ma ho pensato che potesse rappresentare l’amara verità che in questi giorni è purtroppo ancora più attuale. Una denuncia ci stava tutta. E mi è venuta praticamente di getto una ballata un po’ gucciniana con antefatto, fatto e umano parallelo. Devo dire che ai musicisti è piaciuta tanto. E poi ho avuto l’onore di un assolo di Phil Palmer. Che insomma non è poco.

Canzoni come Il mandrillo, ma anche Lella 50 -parte del progetto musicale Lella per sempre, realizzato da un vasto ensemble di musicisti, attori, artisti riguardo femminicidi e violenze contro le donne- vedono protagoniste donne schiacciate dal ruolo imposto loro dalla società. Quanto è importante la contemporaneità per le sue canzoni?

Negli ultimi tempi sto cercando di avvicinarmi ancora di più ai temi del sociale, della sostenibilità, dell’ambiente,  della inclusione, della diversità di genere, delle inclinazioni sessuali. Sono aree che inizio a sentire molto mie e credo che parlarne sotto qualsiasi forma sia la cosa più giusta. Avrete fatto caso che un po’  di lotta all’omofobia viene fuori anche in Domani forse valuterò. Nel mio album precedente Angoli della mente, il brano  Sarpette rotte era la storia di una violenza su una donna. E poi Lella. Che ora è anche la mia Lella grazie a Stelio e Edoardo. Una canzone dura. Un femminicidio forte che siamo riusciti a trasformare in una bandiera contro la violenza sulle donne. E un piccolo merito me lo prendo con il primo sequel di una canzone d’autore. Ci voleva un po’ di incoscienza a lavorare su un capolavoro. Ma credo che l’idea del pentimento fosse un qualcosa da sviluppare.

Tu chiamale se vuoi citazioni è molte cose: molti stili diversi, molti generi diversi, molti temi diversi. Se dovesse descriverlo in sole tre parole, quali sceglierebbe?

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Fonte e photo credits: LaTuaMusica